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venerdì 5 marzo 2010

LISTE ESCLUSE PDL: CHE IMPORTA SE IL TIMBRO E' TONDO O QUADRATO ?

Quello che sta accadendo nel nostro Paese, in queste ultime ore, a proposito dell’esclusione di alcune liste del centro-destra alle prossime elezioni regionali, ha qualcosa di incredibile,grottesco ed arrogante nello stesso tempo.
Incredibile constatare, quali incompetenti e pressappochisti, si annoverano nelle file del Pdl. Non in grado di verificare la validità di una firma, alcune senza il numero di documento identificativo altre senza indicare il luogo della stessa.
Grottesche le giustificazioni. In fin dei conti che male c’è, andare a farsi uno spuntino al bar anzichè, consegnare entro i termini le liste. Anche se il ricorso è stato ammesso, è’ evidente che esiste un persistente malessere nel Lazio, all’ interno degli “azzurri”, per la candidatura della Polverini, considerata troppo a sinistra. Non dimentichiamoci gli editoriali di Vittorio Feltri,giornalista di casa Berlusconi, contro la sindacalista. In Lombardia la lista Formigoni, che ha uno slogan elettorale indicativo “con noi tutto è possibile”, ha saputo fare di peggio. Il ricorso è stato respinto dai giudici, perché hanno verificato che le firme irregolari, sono superiori a quelle conteggiate precedentemente…
In tutto questo circo, inquietano i toni dei dirigenti Pdl. Insomma, la responsabilità non è di chi disattende le norme. I radicali sono stati esclusi per lo stesso motivo e tempo addietro, anche l’UDC fu esclusa alle amministrative nel trentino. Poiché “loro” sono un po’ meno eguali degli altri, meglio fare una leggina ad hoc ( una più una meno,cosa cambia ) che scavalchi i meccanismi di controllo.
Alcuni giorni fa, la seconda carica dello Stato aveva detto “si badi alla sostanza e non alla forma”. Oggi i vertici del Pdl dicono che “non si deve decidere in base a un timbro tondo o quadrato”. La discussione si potrebbe chiudere rapidamente ricordando che in democrazia - e solo in democrazia – la forma è sostanza. Ma forse vale la pena di inserire un corollario.
Se chi governa un paese dice che non conta se un timbro è tondo o quadrato, se una firma c’è o non c’è, se si arriva in tempo o in ritardo, chi glielo spiega poi ai cittadini che è loro dovere pagare le tasse nei tempi fissati, presentare le domande per le badanti entro la scadenza, conciliare la multa entro i 60 giorni previsti?

GF -Circolo Astrea

1 commento:

Francesco Zaffuto ha detto...

La mobilitazione attenta dei radicali ha messo a nudo il Re.
L’elevato numero delle firme, debitamente autenticate, necessarie per la presentazione delle liste alle elezioni regionali, nei fatti ha determinato la rinuncia di tanti gruppi politici minori a cimentarsi nelle elezioni. Se si considera che ogni firma deve essere debitamente autenticata, e non si hanno certo notai che vanno in giro casa per casa o che sono disponibili 24 ore su 24, la difficoltà diventa enorme per i piccoli gruppi; e non è certo irrilevante per i grandi gruppi.
Il numero delle firme e la debita autentifica di ogni firma sono, pertanto, sostanza.
Se una Corte d’appello ha riscontrato irregolarità nelle firme e nelle autentiche vuol dire che ha riscontrato irregolarità sostanziali.
Forse riusciranno a sottrarsi dalle trappole da essi stessi create, questo lo vedremo tra qualche giorno; ma non possiamo rinunciare a valutare e a pensare.
francesco zaffuto www.lacrisi2009.com