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lunedì 13 dicembre 2010

DA PALERMO A MILANO. LA MAFIA CHE "NON" ESISTE


Ridere della mafia si può, anzi si deve. Il ridicolo è una delle cose più temute e fastidiose, per i boss . Giulio Cavalli,attore,autore e scrittore ha narrato come un "cantastorie " (così si è autodefinito) le piccolezze umane di Toto Riina e Bernardo Provenzano. Domenica 12 Dicembre, nella Sala dei Paesaggi in Villa Ghirlanda, ha parlato anche di quella mafia che al nord "non" esiste. Negata dalla politica ma non certo dalla magistratura. Indagini e arresti lo testimoniano da anni.
Cavalli fonda a Lodi nel 2001, la Compagnia dei Mestieri Teatrali .Nel 2006 Paolo Rossi, lo spinge a salire sul palco. Nel 2007 debutta al Piccolo Teatro di Milano con Linate 8 ottobre 2001: la strage, scritto insieme al giornalista Fabrizio Tummolillo, un monologo sull’incidente aereo costato la vita a 118 persone. Nel marzo 2008 presenta al Teatro alle Vigne di Lodi l’anteprima di Do ut Des, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi, coprodotto dal comune di Lodi e dal comune di Gela.
A questo proposito, l'autore ci parla del'amicizia con un singolare e coraggioso personaggio della profonda Sicilia. Rosario Crocetta, eurodeputato del PD,omosessuale e cattolico praticante,già sindaco di Gela. Una città a così alta concentrazione mafiosa, da far esclamare allo stesso Crocetta :" Quando mi ammazzeranno, il problema sarà capire da quale clan arriva l'ordine"
E'la consacrazione di un teatro d'inchiesta, che desta le amorevoli cure delle organizzazioni criminali. Dal 2009 è costretto a vivere sotto protezione.
"Non mi sento un eroe. In Italia ci sono altre 700 persone che hanno la scorta. Spesso le cosche minacciano non tanto per terrorizzare ma per innescare un processo di diffamazione e isolamento, attuato in buona fede anche dai cittadini onesti."
A questo proposito, con amarezza, esplicita un esempio di vita quotidiana: la richiesta di un gruppo di genitori alla direzione dell'asilo frequentato dai suoi figli, di allontanarlo per ragioni di sicurezza..
L’ultimo lavoro, Nomi, cognomi e infami è stato presentato nel dicembre 2009 nell’ambito del festival Teatri della Legalità (progetto della Regione Campania), un spettacolo che narra di storie di mafia, camorra, soprusi e ingiustizie ma anche di persone che hanno scelto di non piegarsi agli uomini d’onore.
Fanno riflettere le considerazioni sul cosidetto terzo livello della mafia. Descrive le umane miserie di coloro che erano stati i boss, più ricercati d'Italia Riina e Provenzano. Incapaci di esprimere un congiuntivo, violenti e iracondi. Più "ominicchi" che "ommini" Erano queste le menti della strategia delle bombe? degli appalti pilotati? Eppure ci sono personaggio politici, anche di primo piano, già condannati per reati di stampo mafioso.In libertà solo grazie all'immunità parlamentare.
Nell'Aprile 2010 Cavalli è eletto consigliere regionale di Italia dei Valori in Lombardia.
Mentre nel Sud,la coscienza civile, lentamente ma progressivamente, si oppone alla criminalità. A Milano si dice esattamente ciò che si diceva a Palermo 30 anni fa, la mafia non esiste. Eppure le carte processuali, parlano di appalti asssegnati a società gestite da clan, di interi gruppi immobiliari di proprietà della Mafia spa.
"Censurare la collusione con la politica, non è una faccenda che si limita alle condanne definitive. Esistono valutazioni di opportunità. Ad esempio è opportuno che un deputato, un consigliere o un assessore vadano a pranzo con un boss ?"
I cosidetti colletti bianchi, non sono così lindi come sembrano.

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