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venerdì 11 giugno 2010

IL SILENZIO DEI COLPEVOLI



Lo scorso 10 Giugno, è stata una delle giornate più nefaste della storia repubblicana. Il Senato ha approvato la legge sulle intercettazioni telefoniche. Una legge che racchiude, l'idiosincrasia del Governo nel confronto di due categorie :magistrati e giornalisti (nella quale mi onoro di appartenere).
Una legge contro la libertà.
La libertà di indagare, negando ad ogni cittadino il principo della giustizia, che lo Stato deve garantire. La libertà di informare,impedendo alla stampa le funzioni di vigilanza morale , esistente in ogni paese democratico dell' occidente. Negli USA, nemmeno le potentissime compagnie petrolifere e del tabacco, sono mai riuscite ad imbavagliare i giornalisti. Verrà negata, a noi tutti, la libertà di conoscere.Impedendoci la possibilità di scegliere.
Le modifiche apportate sono più ridicole che macchinose. Vi pare possibile che un giudice richieda una proroga ogni 72 ore ? La pubblicazione non è più un reato penale ma le pesantissime multe ,che sarebbero comminate agli editori ,equivalgono a manganello ed olio di ricino. Con questa legge in vigore, non avremmo conosciuto il crack Parmalat, lo scandalo Unipol, gli orrori della Clinica Santa Rita di Milano, i favori a Bertolaso e le iene che ridevano alle spalle dei terremotati d'Abruzzo. Con questa legge,difficilmente i giudici, avrebbero potuto inchiodare alle loro responsabilità, i protagonisti.
Devo ammettere che anche l'atteggiamento del Presidente della Repubblica, mi pare deludente. Cosa significa che chi chiede di non firmare il testo, parla a vanvera ? E' doveroso da parte sua, terminarne l'esame, prima di una decisione questo non si discute. Chi chiede di rinviarlo alle Camere, però lo ha già letto. Ed esprime una legittima opinione. Non ci bacchetti ogni volta, come degli scolaretti, ricordandoci che il diritto di veto può essere esercitato solo una volta. Pertanto se il Governo presentasse lo stesso testo una seconda volta,la Costituzione le imporrebbe di accettarlo.
Non è il caso di inviare comunque un messaggio politico forte ed autorevole a tutto il Paese ?
Tutto questo è inacettabile, non solo da noi giornalisti ma da ogni cittadino.
Non facciamolo accadere.

Giuseppe Folchini

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